da "L'impazienza della falena"   ( FontanaEdizioni, 2025, frammento dal cap. 1)

 

- Finora non si è mossa, vero? –

- No – rispose sconsolato Tony – Non ha mosso un muscolo e io mi sento inutile. Prima ho provato a sussurrarle qualche frase ma è come parlare con la bella addormentata nel bosco. –

L'infermiera, che nel frattempo registrava misteriosi parametri da uno schermo e tastava le sacche delle flebo, si lasciò sfuggire un altro sorriso.

- Provato con un bacio? – disse con tenerezza. Il giornalista arrossì imbarazzato.

- Sì, - rispose abbassando gli occhi – ci ho provato ma non sono un principe e questa non è una fiaba. -

Adriana allora provò a gridare tutta la sua rabbia e la sua frustrazione. Provò perché, in realtà, non si mosse nessun muscolo facciale e, dalle sue labbra, non uscì nessun suono. Pure pochi minuti prima e nonostante ciò che lei aveva percepito, non era riuscita ad allungare la mano per afferrare il bicchiere, non aveva bevuto e non aveva parlato con Antonio Sella. Uno strano scherzo della sua mente le aveva fatto dimenticare di essere inchiodata ad un letto d'ospedale senza possibilità di muoversi. Cercando in oscuri meandri della psiche, ma le pareva di raschiare il fondo di un vecchio barile, provò a ritrovare un filo logico da seguire, un filo che le permettesse di ricostruire gli ultimi, sicuramente drammatici, avvenimenti. Si pose delle domande confidando in un barlume di razionalità: cos'era successo? Perché si trovava lì? Quanto era grave la situazione? Nulla. Nessun dejà vu. Vuoto assoluto.

Tentò di piangere ma anche quello si rivelò uno sforzo inutile.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento:

12.06.2025

 

Creato da Matteo Soldati