I preferiti ...dall'autore

                                                 in ordine sparso, senza la pretesa di essere esaustivo (e magari nemmeno attendibile), con concisione e, soprattutto, cuore...

 

 

 

 

 

NEL CAFFÈ DELLA GIOVENTÙ PERDUTA         Patrick Modiano

 

Mi sono domandato spesso se qualche conoscente le avesse parlato del Condé ancor prima che lei ci entrasse quella sera. O se qualcuno le avesse invece dato appuntamento lì, senza poi venire. Così, un giorno dopo l'altro, una sera dopo l'altra, lei era rimasta di guardia, seduta al suo tavolino, con la speranza di ritrovarlo proprio in quel locale, unico punto di riferimento con lo sconosciuto. Nessun modo di contattarlo. Niente indirizzo. Niente numero di telefono. Solo un nome. O forse lei era approdata lì per caso, proprio come me.

 

Per gli amanti delle atmosfere parigine e del Quartiere Latino. Si parla del piccolo caffè Le Condé e dei suoi misteriosi avventori, studenti, aspiranti artisti, scrittori accomunati dalla stessa noia e dallo stesso destino.

 

ANDARSENE            Peter Stamm

 

Quando raggiunse il margine del bosco, Thomas si sentì risollevato. La luna era coperta e il viottolo di pietrisco sotto gli alberi era soltanto un vago chiarore. Sembrava che a spingerlo avanti fosse il vuoto della notte. Il viottolo correva lungo l'argine e poi al di sopra, fino all'uscita dalla stretta fascia di bosco, dove c'era un po' più luce.  In lontananza si sentivano delle auto, e a un certo punto un treno. Thomas guardò l'orologio e a fatica decifrò l'ora.

 

 Davvero deve per forza esserci un buon motivo per andarsene, abbandonare tutto e tutti senza lasciare traccia? Thomas, appena rientrato dalle vacanze con moglie e due figli e senza un motivo apparente, esce dal cancelletto di casa deciso a non più farvi ritorno...

 

LO SBARBATO             Umberto Simonetta

 

... il Mangia per esempio l'ho conosciuto in un bar di via Torino, una mattina che ho bigiato a scuola: e entro appunto in questo bar dove c'è una saletta con il biliardo e mi metto a guardare dei giovanotti che stanno giocando e m'è sembrato anche con una certa abilità (...)

Siccome poi mentre sono lì sento che un tizio piuttosto grasso e tarchiato con i capelli tagliati a spazzola viene chiamato "il Mangia" m'incuriosisco e chiedo a un tipo: - Perché lo chiamano Mangia? - e quello mi risponde: - Perché mangia -. Dato che la cosa mi sembra incoerente e il tipo poco loquace non insisto. 

 

Un racconto ideale per gli amanti di una Milano che non c'è più frequentata da un certo tipo di malavita da operetta dove delinquenti e bravi ragazzi sono un tutt'uno. Lo Sbarbato, il Mangia, l'Ernesto Tic, la Graschelli sono personaggi che divertono e commuovono.

 

IL TRIBUNALE DEGLI UCCELLI      Agnes Ravatn

 

Scappai di sopra come una bambina. Mi faceva sentire così stupida, incapace. Quello sguardo volutamente indagatore, per dimostrare che ero una cosa sua, che decideva lui dove potevo andare e dove no.

Andai a letto presto; sentivo una mano di piombo stringermi il cuore, non avevo mai avuto una strategia per proteggermi dalla tristezza, non sapevo come difendermi.

 

Una giovane donna in carriera, travolta da uno scandalo, fugge dalla città e decide di accettare un lavoro da domestica al servizio di un quarantenne che vive da solo in un luogo isolato. La donna scopre ben presto che anch'egli ha un passato tragico da dimenticare.

Il romanzo, già dall'inizio, ha un incedere inquietante e con passaggi da vero thriller. Una storia che sarebbe piaciuta ad Alfred Hitchcock...

 

IL MONTACARICHI     Frédéric Dard

 

Di nuovo la donna mi guardò, felice della mia reazione. Sostenne il mio sguardo per qualche secondo, poi chinò lentamente il capo, come se la turbasse. (...)

Era strano vedere una madre e una figlia al ristorante, la vigilia di Natale. Quell'immagine mi strinse il cuore. In fondo, la loro solitudine a due era più tragica della mia, che tutto sommato era una solitudine vera, gestibile.

 

Parigi, anni sessanta. Albert Herbin, appena uscito di prigione, incontra una donna misteriosa e bellissima. Per entrare in casa sua è necessario utilizzare il montacarichi di una legatoria...

Un autore del passato da riscoprire con un giallo conturbante dalla trama incredibile...

 

CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA    

                                                                              Gabriel Garcìa Marquez

 

Era tale la perplessità del giudice istruttore di fronte alla mancanza di prove contro Santiago Nasar, che il suo buon lavoro sembra a momenti alterato dalla delusione. Nel foglio 416, di suo pugno e con l'inchiostro rosso del farmacista, scrisse una nota a margine: Datemi un pregiudizio e muoverò il mondo.

 

Già dalla prima pagina si scopre che Santiago Nasar verrà ucciso. Tutto il paese lo sa. Dev'essere lavata un'onta. Se non ci fosse la tragedia di un omicidio si potrebbe pensare ad una farsa. Prende invece la piega di rito sacrificale tra maschilismo, errato senso dell'onore e fatalismo pur col passo da romanzo poliziesco.

 

 

 

CORNICHE KENNEDY           Maylis de Kerangal

 

Arrivano quando la primavera è matura, tesa, si sa, giugno dunque, giugno aspro e arioso, non ancora vacanza ma la scuola comincia a cancellarsi, gradualmente sovraesposta alla luce, e il pomeriggio dura, dura, mangia la sera, si lancia dritto nel cuore della notte nera.

Vengono tutti i giorni. I primi compaiono nelle ore vuote del pomeriggio, poi arriva il grosso della truppa, dopo la fine delle lezioni.

 

Su una scogliera che fa da cornice al lungomare di Marsiglia c'è una piattaforma di cemento e rocce sulla quale si ritrova un gruppo di ragazzini (età dai 13 ai 17 anni) che sfidano sorte e polizia lanciandosi nel vuoto in una porzione di mare che ha già visto molte tragedie. 

Uno spaccato duro e violento su un modo di vivere l'adolescenza sfidando i propri limiti e quelli del buonsenso.

 

 

 

UN UOMO CHE DORME     Georges Perec

 

Sei un pigro, un sonnambulo, un'ostrica. Le definizioni variano a seconda delle ore e dei giorni, ma il senso resta più o meno lo stesso: non ti senti fatto per vivere, agire, lavorare; vuoi soltanto durare, vuoi soltanto aspettare e dimenticare.

 

Leggere il romanzo di Perec, scritto in seconda persona, è già di per sé una sfida dal momento in cui ci si rende conto che, dopo una prima frase di una decina di parole, per trovare il punto successivo si deve arrivare alla fine della seconda pagina. Un incedere da togliere il fiato, quasi ipnotico. Il protagonista è uno studente la cui massima aspirazione, dal giorno degli esami ai quali non si presenta, è di non fare più assolutamente nulla, indifferente ad ogni cosa.

Un testo per palati fini...

 

STONER     John Williams

 

Può capitare che qualche studente, imbattendosi nel suo nome, si chieda indolente chi fosse, ma di rado la curiosità si spinge oltre la semplice domanda occasionale. I colleghi di Stoner, che da vivo non l'avevano mai stimato gran che, oggi ne parlano raramente; per i più vecchi il suo nome è solo il monito della fine che li attende tutti, per i più giovani è soltanto un suono, che non evoca alcun passato o identità particolare cui associare loro stessi o le loro carriere.

 

Può una vita piatta, banale, silenziosa dare origine ad un grande romanzo? Leggendo Stoner si direbbe proprio di sì! John Williams traccia un ritratto affettuoso e coinvolgente che cattura il lettore per la sensibilità e la delicatezza ma anche per la qualità letteraria del testo.

 

 

 

 

CATTEDRALE     Raymond Carver

 

Come descrivere una cattedrale medievale a chi non vede? Si può superare una crisi senza apparenti vie d'uscita? Raccontarsi a un orecchio amico aiuta davvero a voltare pagina?

 

Il libro è una raccolta di 12 racconti nei quali apparentemente non accade nulla o quasi.  È come sbirciare da dietro le tendine di una finestra. Non vengono proposti rimedi e proprio ciò li rende quanto più possibile somiglianti alla "vita".

Ci si imbatte nella semplice quotidianità eppure, finiti i racconti, si corre in libreria a cercarne altri...

Rete2, Cosa legge chi scrive, 4.07.2018
G. SOLDATI cosa legge chi scrive
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IL PASTORE D'ISLANDA     Gunnar Gunnarsson

 

Chi non l'ha mai bevuto in una buca nella terra, a trenta gradi sotto zero e in mezzo a un deserto di montagne e tempesta, non sa cos'è un caffè.

 

Un'avventura tra il gelo dell'inverno islandese, alla ricerca di greggi smarriti, con il solo aiuto degli unici suoi grandi amici (il cane Leo e il montone Roccia) che porta a meditare sui valori essenziali dell'uomo.

La parabola della pecorella smarrita viene portata ai massimi livelli e la solitudine diventa terapia per l'anima.

 

LA VITA DAVANTI A SÈ     Romain Gary

 

All'inizio non sapevo che Madame Rosa si occupava di me soltanto per riscuotere un vaglia alla fine del mese. Quando sono venuto a saperlo avevo già sei o sette anni e per me è stato un colpo sapere che ero a pagamento. Credevo che Madame Rosa mi volesse bene gratis e che ci fosse qualcosa tra noi due. Ci ho pianto una notte intera ed è stato il mio primo grande dolore.

 

È la storia di un amore materno in un condominio francese dove non contano veramente le parentele. Un bambino scopre la vita in un mondo dove "le puttane sono gente che si difende con il proprio culo".

 

IL PESO DELLA FARFALLA     Erri De Luca

 

Una farfalla bianca sta sul corno del re dei camosci, un fucile  sta a tracolla del vecchio cacciatore di montagna. Li attende un duello differito negli anni. Più che la loro sorte, qui si decide la verità di due esistenze opposte.

 

"Il peso della farfalla" è un libricino ma racchiude l'essenza della vita. L'ineluttabilità delle scelte, in questo racconto che vede coinvolti un cacciatore e un camoscio, diventa poesia e apre la mente.

Erri De Luca si definisce uno scrittore di libricini. Leggendoli ci si rende conto che non è necessario scrivere 400 pagine per emozionare.

 

 

 

OSCAR E LA DAMA IN ROSA     Eric-Emmanuel Schmitt

 

Oscar ha solo dieci anni, ma la sua vita sta per finire. La leucemia lo sta uccidendo. E lui lo sa. Lo sa ma non può dirlo a nessuno perché i grandi per paura fanno finta di non saperlo.

 

Un altro piccolo-grande libro.

L'incontro tra il bambino e un'anziana signora vestita di rosa, che l'aiuterà a trovare delle risposte, ci dà una grande lezione: la filosofia della vita sta tutta nella semplicità d'animo dei bambini (e di chi è rimasto tale).

 

 

IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D'AMORE     Luis Sepulveda

 

Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere. Possedeva l'antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia. Sapeva leggere. Ma non aveva niente da leggere.

 

L'unico ad essere accettato dagli Indios Shuar, Antonio Josè Bolivar Proaño sarà anche l'unico che potrà cacciare il tigrillo, un felino inferocito dal dolore per l'uccisione dei suoi cuccioli.

Inutile dire che la vittoria dell'uomo sull'animale verrà percepita dal vecchio come una sconfitta.

 

LA PORTA     Magda Szabò

 

Finora ho vissuto coraggiosamente, spero di morire allo stesso modo, con coraggio e senza menzogna, ma questo può accadere a una sola condizione: devo ammettere che Emerenc l'ho uccisa io. Volevo salvarla, non distruggerla, ma non posso tornare indietro e cambiare le cose.

 

La porta, che dà il titolo al romanzo, è la metafora dei limiti oltre i quali, in un rapporto, non è lecito andare. Tra la donna delle pulizie Emerenc e la sua padrona, l'io narrante, si instaura un rapporto intenso ma molto conflittuale. Bisognerà aprire una porticina dopo l'altra prima di giungere per davvero alla porta, stavolta reale, chiusa dall'interno e, forse, invalicabile.

 

ADDIO HEMINGWAY     Leonardo Padura Fuentes

 

Il bruciore che sentì sulla pelle lo riportò alla realtà e, tornato coi piedi per terra, pensò a quanto gli sarebbe piaciuto capire la vera ragione per cui si trovava lì, davanti al mare, pronto ad intraprendere un imprevedibile viaggio nel passato.

 

Un ex investigatore scopre che, nella casa-museo di Ernest Hemingway all'Avana, un ciclone ha riportato alla luce il cadavere di un uomo assassinato quarant'anni prima. I sospetti, naturalmente, cadono sul famoso scrittore...

 

 UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARÀ UTILE     Peter Cameron

 

Ah, e io sarei un adolescente disturbato? Non riescono a inventarsi qualcosa di meglio? Non potrei essere un adolescente speciale?

Per un po' sono rimasto zitto, fissando la libreria della dottoressa Adler. Aveva spostato L'età dell'innocenza dall'angolo nascosto in basso a uno scaffale più alto e mi sono chiesto se fosse una specie di messaggio per me o un gesto del tutto casuale.

 

Il protagonista è un diciottenne considerato disturbato, anormale, disadattato semplicemente perché va controcorrente e rifiuta il conformismo, il consumismo e la competizione sociale. Finirà, ovviamente, in terapia...

 

SOSTIENE PEREIRA     Antonio Tabucchi

 

La ragazza che arrivò, sostiene Pereira, portava un cappello di refe. Era bellissima, chiara di carnagione, con gli occhi verdi e le braccia tornite. Indossava un vestito con delle bretelle che si incrociavano dietro la schiena e che mettevano in risalto le sue spalle dolci e ben squadrate.

Questa è Marta, disse Monteiro Rossi, Marta ti presento il dottor Pereira del "Lisboa"...

 

Pereira è il responsabile della pagina culturale del quotidiano portoghese  Lisboa e sembrerebbe non accorgersi di ciò che sta capitando nel suo paese e in Europa (siamo nel 1938, sotto la dittatura di Salazar). Questo fino a quando, nella sua vita, non irrompono Monteiro Rossi e la sua bellissima fidanzata Marta...

 

 

IL GIOVANE HOLDEN     Jerome David Salinger

 

Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio d'infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto.

 

La storia è ambientata negli Stati Uniti degli anni cinquanta. Il protagonista è un sedicenne alla scoperta del mondo e, di conseguenza, di se stesso.

 

L'ISOLA     Sàndor Marai

 

In quell'istante, sempre senza cappello, la sconosciuta uscì dal portone della pensione, andò dritta verso di lui, a passo lento e regolare, gli si fermò davanti e lo guardò senza sorridere, senza mostrare il minimo segno di simpatia. "Venez" disse in tono incolore. L'uno accanto all'altro entrarono nella pensione.

 

Il professor Askenasi ha lasciato la moglie, gli studi e la cattedra di greco antico per andare a vivere con una ballerina russa dalla dubbia fama. A Ragusa (Dubrovnik) durante una tappa del viaggio che da Parigi lo dovrebbe portare in Grecia, si imbatte, però, in una sconosciuta...

 

CHIEDI ALLA POLVERE     John Fante

 

Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d'albergo, a Bunker Hill, nel cuore di Los Angeles. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti dell'albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto.

 

Arturo Bandini, alter ego di John Fante, è un ventenne che sogna di diventare uno scrittore. Siamo in California durante la Grande depressione e Bandini, figlio di immigrati, cerca con feroce ironia di coltivare il sogno americano.

 

LA FORMULA DEL PROFESSORE     Yoko Ogawa

 

"Credevo che i numeri fossero stati inventati dagli uomini."

"No, non è così. Se li avessimo inventati noi, i matematici non sarebbero necessari. Nessuno ha mai assistito alla nascita dei numeri. Quando qualcuno si è accorto di loro, esistevano già da tempo."

 

In seguito ad un incidente d'auto, la memoria di un anziano professore, genio della matematica e con una passione sviscerata per i numeri, dura solo 80 minuti. Poi tutto ricomincia da capo...

Una storia delicata e intensa nella quale una giovane governante, madre single, riesce a dare un senso alla quotidianità con semplicità e affetto.

 

I PICCOLI MAESTRI     Luigi Meneghello

 

Stetti fermo nel buio, con l'atteggiamento di uno che si prepara a sparare una raffica di parabello, ma senza parabello. "Dev'essere restato in quello sporco buco" pensavo. Sotto alla preoccupazione immediata, sentivo una piccola fitta di sollievo che non ci fosse lì Dante, che avrebbe giudicato molto male la mia distrazione.

 

Meneghello apre alla memoria sulla resistenza scavando nell'improvvisazione e negli inevitabili "casini" di piccoli partigiani non avvezzi a fare "la" storia.

Drammaticamente ironico...

 

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE   Milan Kundera

 

Chi tende continuamente "verso l'alto" deve aspettarsi prima o poi d'essere colto dalla vertigine. Che cos'è la vertigine? Paura di cadere? Ma allora perché ci prende la vertigine anche su un belvedere fornito di una sicura ringhiera?

 

Il romanzo di Milan Kundera, con in quattro personaggi a formare intrecci sempre più pericolosi, ci dimostra come nella vita tutte le scelte, considerate in un primo momento leggere,  possono, col tempo, diventare un peso insostenibile.

 

NEVE     Maxence Fermine

 

Veniva da Parigi, in Francia. Si chiamava Neve. L'avevano soprannominata così perché aveva la pelle bianchissima, gli occhi di ghiaccio e i capelli d'oro. E anche perché quando guizzava nell'aria pareva leggera come un fiocco di neve.

Ecco come aveva cominciato. Un giorno, mentre era ancora una bambina, il suo cammino aveva incrociato quello di un circo ambulante. Sbalordita aveva scoperto la possibilità di sognare ad occhi aperti.

 

Una poesia sotto forma di romanzo breve.

 

IL PICCIONE     Patrick Süskind

 

Stava già quasi per appoggiare il piede sulla soglia, aveva già alzato il piede, il sinistro, la sua gamba era già pronta al passo, quando lo vide. Stava davanti alla porta, a neanche venti centimetri dalla soglia, nel pallido riverbero della luce del mattino che entrava dalla finestra. Era accovacciato con le zampe rosse ad artiglio sulle piastrelle rosso mattone del corridoio, con le sue piume lisce grigio piombo: il piccione.

 

Jonathan ha più di cinquant'anni e una vita anonima e piatta. Alloggia in una camera al sesto piano di una palazzina con servizi in comune. Un giorno, uscendo in corridoio per andare alla toilette, si trova davanti all'uscio un piccione che lo spaventa a morte e che diventerà ben presto un'ossessione che gli sconvolgerà i suoi già fragili schemi mentali.

 

 

UN PADRE DA FILM     Antonio Skàrmeta

 

Mio padre è francese e se n'è andato a Parigi un anno fa quando io, terminati gli studi di magistero alla Escuela Normal, sono tornato a Contulmo. Io scendevo dal treno e lui ci saliva. Mi ha baciato disperatamente sulle guance e mia madre è venuta fin sulla banchina vestita a lutto. Il mio ritorno a casa non ha mai rimpiazzato l'assenza di mio padre. Cantava J'attandrai, Les feuilles mortes e C'est si bon.

 

Skàrmeta racconta la storia di un'assenza, quella del padre, partito per la misteriosa Parigi lasciando in Cile la moglie e il figlio, e della sofferenza composta della madre. Molto ben disegnati dal protagonista (l'io narrante) i personaggi che abitano il paese di Contulmo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento:

5 marzo 2024

 

Creato da Matteo Soldati